“Nato come idea poco prima della pandemia, l’obiettivo di re.corder è semplificare l’insegnamento dello strumento a bambini e adulti, unendo l’apprendimento classico alle potenzialità offerte dalla tecnologia”
Chitarre e ukulele, il digitale (con un pizzico di IA) cambia il mondo di fare musica
di Antonino Caffo
L’innovazione tecnologica nel campo musicale non sta solo creando scompensi all’industria, rivoluzionata dall’intelligenza artificiale. Il filone della musica digitale vede tante sfaccettature, non per ultima quella degli strumenti che, dal fisico, assumono contorni “liquidi”. Conseguenza di un pubblico che è sempre più immerso in Spotify e streaming, nonostante la ripresa del formato vinile che da qualche anno supera come vendite annuali i cd. Ecco allora che strumenti come chitarre e flauti vengono rivoluzionati nelle forme e destinazioni d’uso, anche per non soccombere sotto il peso della produzione fatta solo di bit.
(…) E la pratica è una delle finalità di re.corder, flauto realizzato dalla startup marchigiana Artinoise. Ha molte funzionalità didattiche e opzioni pensate per la disabilità, come la creazione di diteggiature personalizzate e la possibilità di suonare senza dover soffiare. Nato come idea poco prima della pandemia, l’obiettivo è semplificare l’insegnamento dello strumento a bambini e adulti, unendo l’apprendimento classico alle potenzialità offerte dalla tecnologia. Per questo, re.corder può essere utilizzato in tre modi: come flauto dolce tradizionale a suono ‘aperto’; attraverso un paio di auricolari agganciati; come controller Midi, per salvare in digitale le composizioni, da usare anche su Garageband, se attaccato ad un iPhone o iPad, o via software proprietario. In questo modo si può cambiare il suono del flauto in quello di altri strumenti, per creare le proprie melodie. Re.corder integra una serie di sensori digitali sensibili al tocco che rilevano la posizione delle dita di chi suona mentre un sensore di pressione analizza la forza del soffio che genera il suono.